Venerdì, 08 Dicembre 2023

 

La chiesa campestre oristanese di Santu Giuanni de Froris, o Santu Giuanni de foras in quanto al di fuori della vecchia cinta muraria, cappella del gremio dei contadini, oggi risulta mimetizzata nella folta vegetazione del suo parco, al riparo degli occhi indiscreti di chi tutti giorni percorre le strade del Consorzio Industriale...

di Alberto Medda Costella

Per trovarla bisogna proprio andarla a cercare. Eppure è collocata ad appena un chilometro dal centro cittadino, a soli duecento metri dal cimitero di San Pietro.

Queste perlomeno le constatazioni di chi per la prima volta ha avuto il privilegio di visitarla e ammirarla. Per gran parte dell'anno è infatti chiusa. Bisogna attendere i giorni della grande festa di San Giovanni, patrono del gremio (festeggiato il 24 giugno) in cui vengono rinnovate le cariche sociali. Oppure l'iniziativa di Monumenti Aperti, manifestazione che consente a chi voglia conoscere siti, arti e costumi meno noti della propria terra di soddisfra cristiano raspino san giovanni di fiori medda costella2018fare ogni bella curiosità. Ma esiste un'altra ricorrenza, sconosciuta ai più, in cui osservare la sua struttura architettonica di epoca spagnola e apprezzare i suoi particolari affreschi (recentemente riportati alla luce), le statue in estofado de oro e la grande tela settecentesca del martirio di San Giovanni Battista.

La festa di Sant'Isidoro tra le ricorrenze del gremio è sicuramente quella meno conosciuta, ma non per questo povera di suggestioni e di storia. Anzi, forse è la vera occasione per cogliere volti più distesi fra gremianti e sartiglianti accorsi per venerare il Santo, umile contadino di Madrid e patrono degli agricoltori, festeggiato anche in altre parti dell'isola canonicamente il 15 maggio. A Oristano si preferisce onorarlo il sabato più vicino.

statua santisidoro san giovanni di fiori medda costellawebIl suono delle launeddas di Andrea Pisu che riecheggia nella cappella ci riconcilia con la nostra identità sarda e oristanese. Lo stesso fra Cristiano nella sua omelia ogni tanto intercala qualche parola in sardo, contribuendo a favorire il ritrovamento di quella comunione religiosa e territoriale e facendo emergere l'attaccamento dei fedeli presenti a questa antica corporazione di mestiere. In passato doveva essere certamente una grandissima festa. Nei documenti d'archivio vi è traccia che fino ai primi del '900 si abbinava alle solennità del Santo anche una gara al galoppo di cavalli berberi, proprio intorno a Santu Giuanni de Froris. Poi improvvisamente il vuoto anche nelle celebrazioni. Il prof. e sartigliante Maurizio Casu, da me intercettato tra i fedeli prima della messa, a tal proposito racconta: "si è ripreso a festeggiarla nel 1997, con s'oberaju maiori Tommaso Pinna, su impulso della neonata Commissione Cultura del Gremio". Chissà che in futuro non si torni anche all'organizzazione di qualche corsa in onore di Sant'Isidoro.

Foto Alberto Medda Costella

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