Domenica, 12 Maggio 2024

 

ABC… della Liturgia. Spunti di riflessione e qualche consiglio per le nostre assemblee. D come Diaconato: un ministero ritrovato ma ancora non valorizzato appieno...

di Tonino Zedda

Dalla Didascalia Apostolorum: Il diacono sia l'orecchio del Vescovo, la sua bocca, il suo cuore, la sua anima: due in una sola volontà.

Nei primissimi tempi della storia della Chiesa il termine diacono indicava tutti coloro che svolgevano un servizio, un ministero all’interno della comunità, per cui era applicato a tutti i fedeli.
La testimonianza degli Atti degli Apostoli (At 6,1-6) riporta come inizio del diaconato il racconto dell’istituzione dei sette, quando gli Apostoli, per potersi dedicare alla preghiera e al servizio della Parola, dopo aver invocato lo Spirito Santo, scelsero, all’interno della prima comunità, sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, affinché collaborassero con loro, occupandosi del servizio e assistenza agli orfani e alle vedove. In questo brano si manifesta lo stretto legame che si instaura tra gli Apostoli e i Diaconi, e il ruolo degli stessi come servizio assistenziale. Continuando a leggere il libro degli Atti, apprendiamo che ai compiti pratici svolti da questi primi Diaconi si aggiungono ben presto servizi pastorali di maggior rilievo. Le particolari caratteristiche di questi ministri permettevano a essi la possibilità di offrire, oltre ai cibi materiali della mensa, anche quelli spirituali della missione; per cui essi si diedero ben presto alla predicazione, come dimostrano Stefano e Filippo. I primi Diaconi non si limitarono solo al servizio della mensa, ma affiancarono gli Apostoli nel ruolo dell’evangelizzazione. I Diaconi svolsero quest’ulteriore ruolo non di loro iniziativa; leggiamo sempre negli Atti che Filippo fu inviato esplicitamente da un angelo del Signore (At 8,26). Stefano faceva grandi prodigi e miracoli e a causa del suo atteggiamento e della sua predicazione fu lapidato. Filippo, anch'egli uno dei sette, era detto l'evangelista in quanto missionario e annunciatore del Vangelo. L'antica Didascalia degli Apostoli raccomanda al diacono una comunione stretta e cordiale con il vescovo. La Tradizione Apostolica di Ippolito descrive il rito di ordinazione dei diaconi mediante l'imposizione delle mani da parte del solo vescovo, e spiega: Perché il diacono non è ordinato per il sacerdozio, ma per il servizio del vescovo. Successivamente la figura del diacono si è sempre più chiarita grazie ai Padri della Chiesa. Nel corso dei secoli, dopo che si delineò una struttura gerarchica della Chiesa, i diaconi furono inferiori solo ai presbiteri e al vescovo: distribuivano l'eucarestia, leggevano i testi sacri ed erano dediti alla predicazione. Nei secoli successivi però, purtroppo, quest’espressione peculiare dello Spirito, scomparve come ministero permanente e fu relegato a un momento transitorio nel cammino verso il presbiterato. Grazie a un soffio forte dello Spirito Santo, il Concilio Vaticano II ha ripristinato questo ministero permanente. Spiace allora constatare, dopo tanti decenni, che in alcuni casi, circola un’interpretazione non esatta del ruolo del diaconato permanente, anche da parte di alcuni presbiteri, con conseguente mortificazione del ministero diaconale vissuto come un servizio sostitutivo del presbiterato. Spesso esso diventa una testimonianza e un servizio ecclesiale non idoneo al giusto significato del ministero diaconale. Dopo tanti anni dalla restaurazione del Diaconato Permanente sorge la necessità di rivedere il ruolo dei diaconi proprio alla luce di quanto riportato dalla Parola di Dio e dai documenti della Chiesa.

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