di Tonino Zedda
Si celebri la Messa della domenica del tempo di Pasqua con grande solennità. È opportuno compiere sempre l’aspersione dell’acqua, benedetta nella Veglia, come atto penitenziale. Durante l’aspersione si canti l’antifona Vidi aquam, o un altro canto di carattere battesimale. Le acquasantiere che si trovano all’ingresso siano sempre riempite con la stessa acqua". Visto che l'acqua benedetta nella Veglia non ha bisogno di essere benedetta una seconda volta, questo significa che nel giorno di Pasqua sia l'invito pronunciato dal sacerdote che la benedizione dell'acqua vengono omessi quando si fa il rito dell’aspersione e che si comincia con Vidi aquam o con un altro canto subito dopo il segno della croce e il saluto? In questo giorno la benedizione dell'acqua viene omessa, come del resto nei battesimi durante i 50 giorni del tempo di Pasqua, nei quali viene utilizzata l'acqua benedetta durante la Veglia. Va notato che, mentre il documento citato è preciso nel citare l'uso dell’aspersione con acqua benedetta in precedenza e l'antifona da cantare, sia la lettera circolare stessa che il Messale non si pronunciano su quale rito usare per introdurre l'aspersione nelle domeniche di Pasqua. Cominciare subito con l'aspersione e l’antifona potrebbe sostanzialmente essere privo di significato per i fedeli. Perciò, secondo me, il presbitero che presiede dovrebbe preparare una qualche forma di commento o spiegazione del significato del rito in modo che il suo legame con il rito penitenziale venga capito. Anche se non viene specificato, penso che sia anche possibile per il celebrante usare la formula abituale di introduzione al rito penitenziale prima di iniziare l'aspersione. Il Messale offre anche un'alternativa a questa procedura: venga utilizzato il normale rito penitenziale, ma le promesse battesimali vengono rinnovate dopo l'omelia secondo il rito proposto per la Veglia pasquale, omettendo il Credo. In questo caso, l'aspersione con l'acqua benedetta nella notte di Pasqua e il canto dell’antifona vengono eseguiti come conclusione del rinnovo delle promesse battesimali. In tutte le altre domeniche del tempo di Pasqua, dunque, è consigliabile che il rito dell’aspersione venga usato come rito penitenziale. In questo caso la pratica non dovrebbe essere differente dai battesimi nel tempo di Pasqua, durante i quali l'acqua non viene benedetta ma si usa quella già benedetta in precedenza. L'appendice al Messale offre comunque una bellissima preghiera di benedizione e un’antifona propria per le domeniche del tempo pasquale. Come il Battesimo toglie tutti i peccati così nell’atto penitenziale della messa si faccia sempre memoria di questo importantissimo effetto della Pasqua: la salvezza e la guarigione dai nostri peccarti.