di Tonino Zedda
Dal prefazio della dedicazione
…Sacerdote e vittima della nuova alleanza / egli comandò di perpetuare nei secoli / il sacrificio a Te offerto sull’altare della croce. / Ti dedichiamo con gioia questa mensa / dove [...] ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio / per formare la tua Chiesa una e santa. / Alle sorgenti di Cristo, pietra spirituale, / attingiamo il dono del tuo Spirito / per essere anche noi / altare santo…
Altare
La Riforma liturgica, tra le innovazioni più significative che ha operato, ha messo in grande evidenza la centralità dell’Altare. Ma cos’è l’Altare e perché è così importante? Tralasciando le numerose questioni storiche e disquisizioni sull’orientamento e sul simbolismo dell’Altare, voglio qui sottolineare alcuni elementi liturgici, così come ce li propone dell’Ordinamento generale del Messale Romano: L’Altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della Croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa; l’Altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia (296). Questi due elementi, sacrificio e banchetto eucaristico, sono strettamente congiunti proprio in base alla comune mensa eucaristica dove si attualizza il sacrificio nei segni sacramentali del pane e del vino e alla quale i fedeli sono convocati a partecipare comunicandosi al Corpo e al Sangue di Cristo: due aspetti fondamentali che emergono dalla centralità dell’azione eucaristica compiuta sopra la mensa dell’Altare. Il tutto in un clima di azione di grazie e di festa che coinvolge tutto il Popolo di Dio. L’affermazione dell’Ordinamento generale n. 296 merita di essere sottolineata anche nella stessa catechesi eucaristica a vantaggio del significato della comunione eucaristica ridotta a un semplice incontro con Gesù, trascurando ogni raccordo con il suo sacrificio della croce.Il nuovo volto o meglio la figura rinnovata dell’Altare è tratteggiata dal numero 299: L’altare sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo: la qual cosa è conveniente realizzare ovunque sia possibile.
L’altare sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione dei fedeli. Normalmente sia fisso e dedicato. Questo splendido testo è stato davvero determinante per ridonare all’altare la sua personalità e la centralità, la sua posizione di centro ideale nell’assemblea, infatti, attira quasi spontaneamente l’attenzione del popolo di Dio, avvicina i ministri ai fedeli favorendo la partecipazione, soprattutto per il valore simbolico di Cristo che gli viene attribuito da tutta la storia della Chiesa e in modo specialissimo dal rito della sua Dedicazione. Sarà allora molto importante curare non solo la vicinanza dei fedeli all’altare (il Canone Romano parla di fedeli circostanti cioè che stanno intorno), ma anche la scelta di una posizione visibile, alquanto elevata, ben illuminata. L’altare dovrebbe sempre essere una mensa piana a forma di tavola, anche quadrangolare per ricordare che il Cristo è il centro del mondo e il cuore di ogni chiesa. Questa sua centralità non va però intesa in senso letterale e statico, ma sacramentale e dinamico, e quindi "l’altare non va collocato nel centro geometrico dell’aula, ma in uno dei suoi punti spazialmente eminenti" (CEI, L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, n° 15). In altre parole, esso deve essere collocato al centro della vista e dell’attenzione di tutta l’assemblea, essere un vero punto di riferimento di ogni sguardo e di ogni gesto. A partire da esso e intorno a esso dovranno essere pensati e disposti i diversi spazi significativi. E ancora: esso dovrebbe essere fisso, e questo come simbolo chiaro e permanente di Gesù Cristo, pietra viva. Bisogna ricordare che l’altare nell’assemblea liturgica non è semplicemente un oggetto utile alla celebrazione, ma è soprattutto il SEGNO evidente e solenne della presenza di Cristo, sacerdote e vittima. In quanto Mensa del sacrificio e del convito pasquale, "al quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa", deve essere sempre rivestito di una tovaglia e ornato di fiori (eccetto nel periodo quaresimale).