di Alessandro Pilloni
La giornata è iniziata con un convegno, tenuto nell’aula magna del Liceo Scientifico Mariano IV, dal titolo “La disabilità invisibile” ed è proseguita con due partite al palazzetto della Tharros. Tutti hanno sottolineato come la giornata sia stata un tripudio di sport ed anche una bella occasione di poter vedere due belle e interessanti partite di pallavolo, la mattina con la nazionale maschile impegnata contro il Cus Cagliari-Sandalyon, formazione che milita in B2, e la sera la femminile contro una selezione di atlete del centro Sardegna. Se non avessimo letto nel manifesto dell’evento che, in campo, c’era la nazionale sordi, non ci saremmo per nulla accorti perché in campo si è visto solo lo spettacolo e le emozioni che dà la pallavolo.
Questo fa affiorare alla mente che effettivamente, come dice il titolo della giornata, questo è “veramente volare oltre i limiti”. La sordità è una disabilità invisibile, non riconoscibile ad occhio nudo, ma “visibile” solo nel momento in cui intratteniamo una relazione comunicativa, eppure osservando il campo si vedevano solo giocatori e giocatrici. Ti accorgevi solo se stavi attento della diversità di comunicazione durante i Time-out, ma niente di più.
La sordità dovrebbe limitare le relazioni e la comunicazione con gli altri e in uno sport di squadra dovrebbe essere una discriminante importante, invece non lo è stata, diventando attenzione, gioco e affiatamento, in poche parole squadra. Comunicare è fondamentale e nel campo si è visto il lavoro di chi ha dato importanza a questo aspetto, di Tecnici innamorati prima dei propri atleti e dopo dello sport.
L’attenzione all’altro è una cosa visibile, tangibile e concreta, spesso son quelle persone che hanno bisogno di attenzione a darcene. Loro hanno dato un esempio di vera inclusione coinvolgendo il pubblico presente in un plauso di mani muto ma “assordante”, perché una schiacciata, un recupero, una battuta punto vanno sempre festeggiate. Un gesto di attenzione è venuto anche dal capitano della nazionale femminile verso la società organizzatrice, con un bellissimo regalo, la maglia della nazionale sordi, da poter aggiungere alla loro bacheca, l’occhio vede ciò che l’orecchio non sente. L’inclusione inizia quando la scuola diviene accessibile ed a misura di bambino, quando la società spinge verso l’integrazione in ogni suo aspetto e dove l’attività sportiva riveste una valenza importante. Roberto Porcheddu, presidente della Gymland, ha sottolineato come “questo evento dimostra che lo sport è uno spazio aperto, in cui ognuno può sentirsi accolto, valorizzato, guidato nel suo percorso di sviluppo, di educazione e salute”.
I nostri atleti hanno lasciato gli studenti, gli appassionati di sport e i curiosi che si son avvicinati, più consapevoli e certi che il limite per chi non può sentire siamo noi, questo è già un primo passo. Il passaggio ad Oristano è stato anche tappa dovuta in preparazione agli Europei di pallavolo sordi che si stanno disputando in questi giorni a Cagliari e che termineranno il 16 giugno con le finali.