di Alessandro Pilloni
La storia della spada e delle sue varianti ha inizio con la storia delle armi. Possiamo considerarla la prima vera arma moderna, utilizzata dalla fanteria di quasi tutti gli eserciti, prima dell’avvento delle armi da fuoco. La cosa che più colpisce è il termine scherma che significa “proteggere”, quindi possiamo includerla nel novero delle arti marziali. La spada, quindi, nasce come strumento di difesa. L’attuale scherma agonistica nasce dall’evoluzione dell’arte del combattimento dei circoli ufficiali dell’Ottocento e dei primi del Novecento, dove si praticava una scherma da allenamento. La trasformazione e la codifica moderna la dobbiamo soprattutto agli italiani che hanno strutturato questa pratica in modo più “sportivo”. La Scherma è un pezzo importante della storia delle Olimpiadi; e per noi italiani è un vanto perché, dall’edizione di Parigi 1900 a oggi, è la disciplina sportiva che è sempre andata a medaglia.
La scherma moderna comprende tre discipline: la spada, il fioretto e la sciabola. Tre armi diverse e con tre importanti differenze: la spada e il fioretto sono armi di punta, mentre la sciabola è un’arma di punta, taglio e controtaglio. Seconda differenza, il fioretto e la sciabola sono armi convenzionali, che si regolano quindi su una convenzione (per avere il punto si deve attaccare e toccare; se invece si viene attaccati, si deve parare e rispondere), mentre la spada è un’arma non convenzionale (ha ragione e ottiene il punto l’atleta che tocca per primo). Terza, ma non ultima per importanza, il bersaglio valido nella spada è tutto il corpo, nel fioretto è invece il tronco, mentre nella sciabola è il corpo dalla cintura in su, braccia e testa comprese. Tutto questo si svolge su una pedana e gli attacchi, detti assalti, hanno come scopo il raggiungimento di un numero prestabilito di stoccate per uscirne vincitori. Per segnalare i punti ci si avvale di attrezzatura, cappa e corpetto, particolari che attraverso una stimolazione elettrica data dal tocco dell’arma, viene segnalata la stoccata, e quindi il punto.
Oristano ha sempre vantato una lunga tradizione di schermidori, dagli anni 30 fino ai giorni nostri, anche se abbiamo avuto un vuoto in questo periodo, dovuto soprattutto alla chiusura dello storico circolo di S’archittu, del maestro Gavino Masu. I bei sogni sono duri a morire, come la passione per la scherma della famiglia Masu, e da 8 mesi la scherma è tornata a Oristano. La vita è un combattimento, come la scherma, e “anche quando sai che potrai perdere devi batterti lo stesso. Perché l'importante non è vincere o perdere, è combattere sempre”
Com’è nata questa nuova avventura qui a Oristano?
La nostra avventura nasce dalla volontà di una delle atlete della società di S’archittu, dopo la sua chiusura, di non voler smettere e alla sua caparbietà nel convincermi a riprendere il discorso scherma, e così siamo ripartiti. Grazie all’ospitalità della palestra Gate h23 che ci ha dato gli spazi, abbiamo potuto riniziare. Sono 8 mesi che facciamo attività e già vantiamo 33 iscritti. Siamo in continua crescita, spazi permettendo. Logicamente per poter fare questo tipo di attività sportiva necessitiamo di spazi idonei e più ampi e soprattutto di strutture fisse.
La scherma è uno sport d’élite o per tutti?
Io sono il figlio del maestro Masu, fondatore e storico maestro di scherma, che ha portato ragazzi, usciti da una palestra costruita nello scantinato della nostra casa al mare, a vincere, al primo anno di attività, i nazionali con il fioretto femminile e secondi con quello maschile. Per me la scherma deve essere accessibile a tutti, a costi irrisori. Abbiamo cercato di mantenere la filosofia che mio padre aveva, quindi l’attrezzatura e molte apparecchiature che ci sono in palestra sono state gentilmente donate o abbiamo fatto uno sforzo economico per permettere a tutti di averle. Chi viene a tirare di scherma e a imparare deve rimanerci perché gli piace non perché, dopo che si è comprato l’attrezzatura, deve venire per forza. Mettiamo in condizioni tutti di poter provare a fare scherma.
Cosa dà la scherma?
La scherma ti forma, ti aiuta a controllarti, ti dà l’autorizzazione a colpire seguendo precise regole. Queste regole servono per imparare a difenderti, a ragionare, a comprendere la situazione in cui sei e poi a poter rispondere nel modo più corretto all’avversario. Un atleta in forma ha tutti i sensi acutizzati, è come se vedessi tutto quello che ti sta succedendo a rallentatore e stiamo parlando di frazioni di secondo. Una cosa importante è che sei solo tu l’artefice del tuo destino in pedana e quindi devi avere la massima concentrazione. Se guardiamo un assalto, possiamo notare che la calma deve essere fondamentale e che la tensione viene scaricata nel momento in cui finisce, in modo eclatante. La scherma è uno sport vero, ha necessità di riscaldamento, preparazione atletica, lezione uno a uno con il maestro. La caratteristica principale del maestro di scherma è che, oltre ad essere un rapporto diretto, si deve lasciar “massacrare”, colpire, dall’allievo. Il rispetto nasce in modo differente.