Lunedì, 13 Maggio 2024

ABC… della Liturgia. Spunti di riflessione e qualche consiglio per le nostre assemblee. G come gesti liturgici: usare l’incenso o no? Il significato profondo di questo segno...

di Tonino Zedda

Succede sempre più spesso che, durante le celebrazioni più solenni che prevedono l’uso dell’incenso, alcuni fedeli s’infastidiscano o abbiano reali problemi di respirazione: tutto ciò crea non pochi problemi sia al presidente sia all’assemblea. Vediamo di analizzare il significato di questo rito, i pro e i contro. L’incensazione è un gesto molto semplice: in un piccolo braciere, appeso ad alcune catenelle (turibolo), si bruciano alcune resine che provocano un denso fumo odoroso. Non lo si compie per un risultato pratico e utile, ma gratuitamente, solo per esprimere nella celebrazione il complesso simbolismo di questo gesto: il fuoco che brucia, l’incenso che si consuma, il fumo che si alza e invade l’ambiente, il profumo che emana. Questo segno possiede diversi significati nella liturgia: 1. Crea un’atmosfera gradevole e solenne intorno a ciò che s’incensa, e un alone tra il misterioso e il sacro per la sottile impalpabilità del profumo e del fumo. 2. Manifesta la riverenza e il rispetto verso una persona o verso un simbolo di Cristo. 3. Indica un atteggiamento di preghiera e di elevazione della mente a Dio (cfr Sal 140,2; Ap 5,8; 8,3). 4. È simbolo di qualche cosa che sale dal di dentro, pieno di profumo e festa: la fede, l’amore, la preghiera, la venerazione, ecc. 5. È simbolo dell’atteggiamento di offerta e di sacrificio dei credenti davanti a Dio. Come i grani aromatici bruciando nel fuoco emanano un piacevole profumo, così l’intera vita del credente vuole consumarsi in onore a Dio, nel sacrificio delicato e continuo. San Paolo dice: Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo (2Cor 2,15). A che cosa servirebbe il gesto esteriore, per quanto gradevole e simbolico, se non fosse accompagnato dall’offerta personale? Il profumo gradito a Dio, del quale l’incenso è solo un segno esteriore, è, da parte di Cristo, il suo sacrificio totale e da parte dei fedeli la fede, l’amore, l’offerta a Dio con Cristo. Esprime infine una stima speciale per persone e cose.  Nella liturgia cristiana viene data importanza a tutti i sensi, non solo all’udito e alla vista. E allora anche il buon profumo può apportare il suo simbolismo al Mistero cristiano.L’uso dell’incenso per il culto è antico e precristiano. L’incenso veniva usato nel culto ebraico ma anche in altre culture e religioni. Nel culto cristiano l’incenso non entrò facilmente. Associati, fino al IV sec. al culto pagano e idolatrico degli dèi e dell’imperatore, fu guardato con diffidenza e sospetto.Solo con la pace di Costantino, secolo IV, esso cominciò a entrare anche nel rituale cristiano. Attualmente, durante la celebrazione eucaristica l’incenso si può usare: durante la processione d’ingresso; all’inizio della Messa, per incensare la croce e l’altare;alla processione e alla proclamazione del Vangelo; quando sono stati posti sull’altare il pane e il calice, per incensare le offerte, la croce e l’altare, il sacerdote e il popolo;alla presentazione dell’ostia e del calice dopo la consacrazione. Ogni incensazione è rivolta ai segni sacramentali della presenza del Signore: l’altare, la croce, il libro del Vangelo, il sacerdote presidente, l’assemblea, il Cero Pasquale (durante la Veglia Pasquale).Un posto particolare occupa l’incenso nella Dedicazione della chiesa, in cui esso viene bruciato direttamente sull’altare. Inoltre, l’altare stesso e le mura della chiesa vengono incensate. Fuori dalla celebrazione della Messa si usa l’incenso nelle varie forme del culto eucaristico (esposizione e processioni), nella Liturgia delle Ore (all’inizio e ai canti del Benedictus e del Magnificat) e nelle Esequie (si incensa il corpo del defunto).Ciò detto mi pare molto importante l’uso dell’incenso, almeno nei giorni più solenni o nei momenti più significativi come la proclamazione del Vangelo e l’offerta dei doni all’altare. Per una volta le persone alle quali dà fastidio potrebbero occupare i posti più distanti dall’Altare…dove di solito, senza alcun motivo, troppo spesso si preferisce sostare.

 

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