di Silvia Rita Mocci
Una giornata all’insegna del volontariato in cui tre comuni hanno festeggiato l’impegno di una associazione che si adopera a portare avanti una missione fondamentale: donare il sangue.
LA FESTA DEL DONATORE. L’organizzazione della giornata è stata curata dal direttivo dell’Avis intercomunale fin nei minimi dettagli. Alle ore 9 l’incontro nel salone parrocchiale di Baratili. I partecipanti sono stati numerosi: un centinaio tra i soci e le rappresentanze delle diverse Avis comunali. Tra i presenti anche il presidente dell’Avis provinciale di Oristano, Ignazio Porta. Dei tre Comuni, ha partecipato il sindaco di Baratili Alberto Pippia, che ha coinvolto l’assemblea con un discorso toccante sull’importanza del dono.
Alle 10 la santa messa celebrata da don Stefano Demontis. A seguire, la consegna delle benemerenze ai soci.
GLI OBIETTIVI. L’Avis intercomunale Riola, Nurachi, Baratili è nata ufficialmente nel dicembre del 2008. Sergio Defaveri, da allora presidente dell’associazione, ha avuto il piacere di raccontare i passi compiuti dal direttivo per raggiungere i risultati odierni: “In un’associazione come l’Avis, anche l’acquisizione di un solo donatore all’anno può fare la differenza - dichiara De Faveri - La nostra missione è riuscire a comunicare l’importanza di questo tipo di volontariato soprattutto alle generazioni più giovani. Sono loro la vita del futuro”.
L’associazione volontari italiani sangue non si limita ad una mera raccolta di sangue. L’obiettivo è educare all’altruismo, all’attenzione verso il prossimo.
EMERGENZA. Mediamente, la durata di una donazione è di 8 minuti. Le vite che si possono salvare con il sangue raccolto in questo lasso di tempo sono tre. Si pensi che in Sardegna l’emergenza sangue è in continua crescita. Solo qualche giorno fa il centro trasfusionale di Nuoro ha lanciato l’allarme, invitando tutte le Avis ad impegnarsi nella raccolta per permettere ai malati di leucemia e alle persone colpite da anemia mediterranea di effettuare trasfusioni con regolarità.
TALASSEMIA. A oggi, in Sardegna si possono contare circa mille persone affette da talassemia. La talassemia è una malattia genetica ereditaria non infettiva diffusa nelle regioni del bacino mediterraneo. Con i flussi migratori si è poi presentata in tutto il mondo. Il primo caso di talassemia è stato riconosciuto nel 1925 da Thomas Cooley e Pearl Lee.
Si pensi che la Sardegna ospita la più elevata percentuale di portatori sani di beta-talassemia. Su una popolazione di 1,6 milioni, circa 300 mila sono portatori sani. In una realtà critica, come quella sarda, è necessario prendere coscienza dell’esigenza di vita che ci circonda. Siate altruisti. Chi dona il sangue, dona la vita.
Photo credits: Francesco De Faveri