di Alessia Andreon
I mille posti a disposizione nella nuova struttura, progettata da Dromos e dal Comune di Cabras grazie al sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Banco e della Fondazione di Sardegna, sono stati appena sufficienti ad accontentare il pubblico che ha accolto con un sold out gli artisti chiamati ad aprire il nuovo corso degli spettacoli nella splendida cornice notturna delle rovine fenicio puniche dell’antica città, illuminate per l’occasione con fari colorati. Un’ora di ritardo sul programma ha surriscaldato il pubblico che non vedeva l’ora di vedere i musicisti sul palco.
Il concerto, così come annuncia il titolo, è un dialogo tra la tromba di Paolo Fresu e il violoncello di Giovanni Sollima, due artisti provenienti dalle due maggiori isole del Mediterraneo. Le due isole sono due sogni, dice Sollima: la Sardegna vista in maniera onirica da Fresu si incontra con la fuga intenzionale, le cose non risolte, il ritorno, i fantasmi ma anche il senso di porto da cui partire e in cui tornare, presenti nella musica del siciliano. Il tema della migrazione, le tradizioni millenarie, la storia e il mito si fondono nelle note in un virtuosismo mistico e magico.
Nel corso della serata Fresu ha presentato tra le sue ultime composizioni: il brano Tharros, nome che dimostra chiaramente l’ispirazione tratta per i brani del progetto dagli artisti. Il trombettista ha preso infatti in prestito dal libro di Sergio Atzeni “Passavamo sulla terra leggeri” i nomi di personaggi e dei luoghi leggendari per tradurli in musica, dando così il titolo a cinque delle sue composizioni.
Sollima trae invece spunto dal paragone tra Lampedusa e Ellis Island di New York, isole gemelle, dal punto di vista di accoglienza ai migranti; da personaggi storici come Federico II di Svevia, protagonista del terzo brano, passando per i manoscritti di Alessandro Scarlatti usati al mercato nel dopoguerra come incarto per la frutta e trovati casualmente dal padre anch’egli musicista.
Altro episodio narrato in musica è il furto del quadro di Caravaggio “Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi”, che fu messo a segno nella città dell’artista siciliano nel 1969 e recentemente ritrovato.
L’orchestra da Camera di Perugia, che aveva già lavorato precedentemente con entrambi i musicisti in altri progetti, è stata chiamata a fare da collante, con le sue note, all’incontro tra le due isole narrate. Descrivendo l’orchestra Fresu parla di preziosità delle differenze: l’idea di fare musica insieme sta nella capacità di ognuno di essere diverso ma di essere ugualmente protagonista del progetto.
Il brano Autan, vista la grande quantità di zanzare e quello dal titolo variabile ogni sera e che ad ogni esecuzione si restringe, per l’occasione denominato Mezzanotte, hanno fatto sorridere il pubblico.
La nuova area spettacoli non è stata ancora ultimata ma si candida a diventare una vera e propria perla nel Mediterraneo, funzionale e moderna, adatta a valorizzare il territorio e ad ospitare i grandi eventi estivi.
Fotografie: Giulio Gaviano