Venerdì, 08 Dicembre 2023

 

Musicista, contrabbassista, compositore e anche pittore, Antonio Farris è un artista a tutto tondo; figlio d’arte (suo padre Giorgio è stato protagonista della cultura oristanese e affermato pittore), di quelli che mettono un amore profondo nel proprio lavoro, nonché un oristanese innamorato della sua città

a cura di Alessia Andreon

Laureato in Jazz presso il Conservatorio di Cagliari, ha di recente pubblicato, con il Mal Bigatto trio, il CD intitolato Archetipo, un progetto che fonde il jazz moderno con la tradizione afroamericana e la musica elettronica.

Archetipo, qual è il significato di questo titolo?

Il titolo dell’album deriva da un brano che parte con toni molto profondi, bassi e caldi, che ti tengono quasi ancorato a terra, che evocano l’idea di “principio, di base”. L'intento del progetto è creare una musica che susciti nell’ascoltatore emozioni e immagini di mondi diversi. La scelta di questo titolo è legata anche al concetto filosofico sviluppato da Jung. È un disco senza fronzoli, che va al concreto.

Archetipo mal bigatto

L’improvvisazione è l’anima del Jazz. Quanto tempo ci vuole per creare la giusta alchimia tra suoni?

Il jazz, al contrario della musica classica, non si basa su uno spartito letto ed eseguito così come è stato scritto. Bisogna avAntonio Farris3 ere conoscenze armoniche e di composizione forti per poter improvvisare. L’improvvisazione, infatti, è comporre estemporaneamente. Dietro 9 tracce, in un CD, c’è un lavoro immenso: in questo genere musicale la lunghezza media di un brano è notevolmente maggiore rispetto ai canoni della musica leggera.

Per quanto riguarda quest’ultimo lavoro, la particolarità è rappresentata dalla mancanza dello strumento armonico, quello che generalmente dà l’armonia. Per non far sentire questa assenza e giungere, quindi, alla creazione dell’interplay che volevamo, abbiamo creato linee contrappuntistiche nel rispetto dello “spazio” di ognuno. L’essenza dell'improvvisazione è, infatti, completare l'uno il pensiero dell'altro.  Questa complicità è totale con i miei compagni di avventura Alessandro Garau e Giuseppe Joe Murgia.

Hai fatto esperienze fuori dall’isola. Cosa ti hanno lasciato?

Antonio Farris 010 Ph MelaMi è capitato spesso di essere apprezzato come musicista proprio in quanto sardo. Al di fuori della Sardegna hanno un concetto dei sardi migliore di quello che hanno gli stessi sardi. Abbiamo così tanto patrimonio culturale ed artistico che ci portiamo dietro… Nella musica che compongo e che suono sento riecheggiare questo legame profondo e quasi ancestrale con la nostra terra. Purtroppo vedo un po’ fermo il jazz in Sardegna: malgrado ci siano grandi artisti, importanti festival e risorse pubbliche investite in questo genere musicale, si tende sempre a non valorizzare il potenziale che abbiamo in casa, ad attingere sempre da fuori, negandoci da soli la possibilità di farci conoscere ed apprezzare. In Sardegna avviene esattamente il contrario rispetto a quello che avviene nel nord Europa dove, nei festival, lo spazio riservato ai musicisti locali è il 50%, mentre il 25% riguarda collaborazioni con artisti internazionali e il restante 25% è totalmente riservato agli artisti stranieri.

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