Martedì, 25 Marzo 2025

Non teatro di serie B generatore di macchiette, ma teatro nobile in lingua sarda, la lingua del popolo al quale si rivolge, un genere viscerale che mette in scena vizi e virtù dell’animo umano...

di Erika Orrù

Il sardo ha la capacità di sintetizzare in maniera efficace e diretta, è fulmineo e spontaneo. È proprio la passione per il teatro dialettale, per la sua immediatezza genuinità, a essere da anni il motore della Compagnia teatrale parrocchiale Arriora, una delle associazioni più longeve di Riola Sardo, che recita in lingua sarda-campidanese riolese.

Attualmente ne fanno parte una ventina di persone, tra attori, suggeritori e tecnici, di età compresa tra gli 11 e i 75 anni. Il coordinatore è don Enrico Perlato, subentrato al precedente parroco Antioco Ledda, figura essenziale nella compagnia, che ha fatto da collante sin dalla sua nascita.

arriora compagnia teatrale zichi 1

Tuttavia, l’idea di creare una compagnia teatrale che recitasse in dialetto appartiene, questo è un fatto curioso, alla siciliana Leonarda Rindinella, riolese d’adozione. L’idea è stata partorita in tempi non sospetti e ha dovuto attendere 10 anni per la sua realizzazione. La fiammella si è accesa dopo aver visto nel salone parrocchiale riolese una commedia recitata dalla compagnia teatrale di Barumini alimentata anche dall’aver scoperto che Riola, in passato, era fervida dal punto di vista teatrale, anche se a livello amatoriale.

arriora compagnia teatrale de faveri 2

Forte di questo, Dina, così la chiamano tutti, ha reso partecipe don Antioco che l’ha incoraggiata nell’impresa, sono stati coinvolti alcuni protagonisti delle precedenti esperienze teatrali e neofiti; l’idea piaceva, ma restava tale. La perseveranza paga sempre: con la prima riunione ufficiale, il 3 marzo 2006, il progetto è decollato: un anno dopo Arriora era in scena con Cicciu Fruschedda; il successo fu tale da replicare la commedia pochi giorni dopo. Se l’inesperienza, l’insicurezza e il timore dell’impatto col pubblico zavorravano il debutto posticipandone continuamente la data, ora il tempo impiegato per la preparazione delle commedie è notevolmente inferiore, di media 5 mesi provando tre volte alla settimana per un’ora e mezza.

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Non c’è una vera e propria assegnazione dei ruoli, i componenti leggono il testo e si confrontano, chi pensa di essere adeguato per interpretare un determinato ruolo presenta la sua candidatura, che deve essere condivisa da tutti, oppure propone chi considera più adatto; con le prove si valuta meglio se la scelta è corretta. Ognuno legge e studia il testo per conto suo, ma quando iniziano le prove c’è l’imposizione, già dalle primissime volte, di non usare il copione in scena sia perché visivamente non è il massimo, sia perché è più opportuno abituarsi al suggeritore e non al supporto cartaceo.

La spontaneità deve passare attraverso le parole e l’intonazione, ma anche tramite la gestualità, per individuare la giusta armonia fin da subito. Le difficoltà maggiori si riscontrano solitamente nel primo atto: bisogna catturare l’attenzione, entrare nella parte, dare forma e sembianze reali al personaggio, ma una volta introiettato, la preparazione è in discesa. La cura dei dettagli si esprime attraverso la ricercatezza nei costumi e nella scenografia per la quale si avvalgono del prezioso aiuto di collaboratori professionisti, anche se sono fondamentalmente autodidatti.

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Indispensabile l’apporto dei fonici che si occupano dell'inserimento di opportuni effetti sonori e luminosi, nonché dell’amplificazione durante le rappresentazioni; apprezzatissimo l’utilizzo di intermezzi musicali negli intervalli. Il gruppo teatrale riolese ha all’attivo un ricco repertorio: inizialmente si è cimentato nelle commedie di Antonio Garau, la già citata Cicciu Fruschedda, Peppantiogu s’arriccu, S’urtima xena, Is campanas de Santu Sadurru, poi ha messo in scena anche le opere di altri autori: Sa meri di Lionello Loddo, Tottu in corrias de fogu di Mario Deiana, Tres disi de vida di Ugo Orrù (libero adattamento di Lionello Loddo), S’arrichesa de Affisceddu di Ugo Orrù.

La compagnia teatrale ha partecipato, inoltre, ad alcune rassegne teatrali nel territorio isolano, Ardauli, Simaxis, Mutuo Soccorso di Oristano e Ussaramanna (dove ha vinto il premio per i migliori costumi), nonché a quella organizzata dal Teatro Garau di Oristano in occasione del ventennale della morte del noto commediografo oristanese, portando in scena l’impegnativa Peppantiogu s’arriccu (7 marzo 2009) e riscuotendo l’apprezzamento di un teatro gremito in ogni ordine di posto. Arriora vanta anche la partecipazione alle riprese cinematografiche del cortometraggio Bainbonora del regista Carlo Stoppa (29 settembre 2008).

Francesco De Faveri 3

Sono diversi caratterialmente i membri di Arriora, ma tutti uniti dalla passione per il teatro e dalla soddisfazione nel vedere gli altri ridere spontaneamente e distrarsi per la durata della commedia dalle preoccupazioni. Il piacere del proporsi con semplicità, ma con grande impegno e serietà, contraddistingue il gruppo riolese, che prosegue la sua maturazione artistica tesa alla ricerca di nuovi stimoli e alla valorizzazione della cultura popolare; ha in cantiere una commedia di Tonio Dei che conta di presentare tra pochi mesi nella consueta rassegna teatrale E…state a Riola, organizzata dal 2011 col Comitato Permanente Riolese, nonché appuntamento imprescindibile della stagione estiva locale. Le risate sono assicurate, non ci resta che attendere.

Photo credits: 1, 3, 4 Salvatore Zichi; 2, 5 Francesco De Faveri

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