di Giulio Gaviano
La prima località che si incontra è Torre del pozzo, Turr’e su puttu in sardo, dove il mare e le intemperie hanno scolpito un promontorio a forma di balena, con tanto di sfiato quando il mare è agitato. Nella confinante S’Archittu, il calcare ha preso la forma di un arco, che dà il nome alla spiaggia e alla frazione di circa cento abitanti in comune di Cuglieri.
Poche case, ma troppe se si dovesse pensare di costruirle ora dove sono state edificate; un bel lungomare con bar, ristoranti, qualche negozietto e B&B che creano un po’ di vita notturna d’estate.
La caletta che dà il nome al paesino si trova qualche centinaio di metri più in là, seguendo un lastricato pedonale che fino a quindici anni fa era un sentiero sterrato. È un semicerchio di calcare bianco orlato dal verde brillante dei cespugli di lentischio. Subito si nota l’acqua trasparente, sul verde anch’essa, con tavolati di roccia nel fondo e pietre levigate, “enormi come uova preistoriche” avrebbe detto García Márquez. Nel bagnasciuga le pietre diventano ciottoli e poi sabbia fine e dorata. E l’arco, bianco avorio, alto forse una dozzina di metri, ricoperto di rada vegetazione e consumato dalla continua azione del mare che ne addolcisce le forme.
È famoso per i tuffi: in genere ci si lancia da una sporgenza sugli 8-9 metri o da una roccia a lato, alta circa tre metri. C’è acqua in abbondanza, nessun pericolo di toccare il fondo. Piuttosto bisogna stare attenti che al momento del tuffo non passi sotto l’arco qualcuno in canoa o sul materassino gonfiabile.
Effettivamente questi due mezzi sono i migliori per godersi il mare di S’Archittu visitando tutte le rientranze della costa e le spiaggette vicine. La cala è piccola e perciò affollata ad agosto, ma diventa un paradiso negli altri mesi, anche perché difficilmente il mare si agita, sembra piuttosto un laghetto. Per la bellezza del paesaggio, S’Archittu è stato scenario di diversi film; è bene che rimanga così, naturale, anche se un mini chiosco amovibile di bibite fresche prima delle scalette che portano alla spiaggia ci potrebbe anche stare.
Photo credits: Giulio Gaviano foto n.1-4, Giuseppe Delogu n.5