Lunedì, 24 Marzo 2025

#L'Arborense

  • Disabilità e Sport: tante norme per tutelare un diritto di tutti

    Nell’anno appena concluso abbiamo affrontato nelle pagine del nostro settimanale il tema disabilità entrando nella vita delle associazioni che operano nel territorio dell’Arcidiocesi di Oristano. In particolare, affrontando il tema dello sport, ci siamo fatti raccontare come le associazioni accolgano la disabilità e come riescano a includerla nelle attività che propongono. A conclusione del percorso che abbiamo proposto ai lettori sul binomio disabilità e sport, dedichiamo uno spazio a quelle che sono state le leggi che maggiormente hanno lasciato un’impronta nella storia e sono state fondamentali per l’inclusione e l’integrazione di atleti disabili.

    di Francesca Pisano


    Abbiamo appurato che una persona con disabilità, grazie allo sport, riesce a sviluppare nuove capacità e riesce a trovare una sua autonomia. Lo sport ricopre un ruolo importante nello sviluppo sociale, fisico e psichico di una persona. Consente di approfondire la conoscenza del proprio corpo, delle potenzialità e dei propri limiti. Aggiungere nella terapia la pratica di uno sport è, dunque, utile sia a livello fisico che psicologico. L’attività sportiva rafforza l’autostima di una persona all’interno di un percorso riabilitativo.

    C’è un aspetto che abbiamo voluto sottolineare, però: praticare sport è un diritto garantito a tutte le persone, comprese coloro che nascono con qualche disabilità. Poiché nella pratica non sempre è così, esistono diverse norme, sia nazionali che internazionali, che tutelano questo diritto.

    Tra le leggi internazionali più importanti, troviamo la Carta Internazionale dello Sport e dell’Educazione Fisica dell’UNESCO del 1978. Essa sancisce che tutti i cittadini hanno il diritto ad accedere all’attività sportiva che deve essere adattata alle necessità delle fasce più deboli della società, come i bambini e le persone con disabilità. Inoltre Ogni essere umano deve avere l’opportunità di raggiungere un livello di realizzazione corrispondente alle proprie potenzialità e interessi, attraverso l'educazione fisica, l'attività fisica e lo sport. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, nell’articolo 30 parla esplicitamente della partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi e allo sport. Invita gli Stati parti a incoraggiare e promuovere la partecipazione delle persone con disabilità alle attività sportive e di adottare misure adeguate e a consentire alle persone con disabilità di sviluppare e realizzare il loro potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo a proprio vantaggio, ma anche per l’arricchimento della società.

    La ratifica dell’Italia della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite avviene nel 2009. Questo segna un importante traguardo per il Paese intero.

    Per quanto riguarda le leggi nazionali possiamo trovare come legge fondamentale la 104 del 92. Questa legge riguarda la tutela delle persone con disabilità e tratta ampiamente, in più articoli, il diritto allo sport per persone con disabilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche che impediscono l’accesso e la fruizione delle strutture. La disabilità grave viene riconosciuta in particolare nell’articolo 3, che consente l’accesso a numerose agevolazioni che vanno dai permessi, ai congedi, fino ad agevolazioni fiscali specifiche. Lo stesso articolo riconosce come persona affetta da handicap, chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale stabile o progressiva nel tempo, che causa difficoltà nell’apprendimento, nell’integrazione lavorativa o nel lavoro.

    Un’altra norma importante è la Legge 162 del 1998, che integra la legge 104 del 1992, riguardo le misure di sostegno in favore di persone con handicap grave. Essa prevede la collaborazione tra le Regioni e gli enti locali per la realizzazione di programmi di aiuto per persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale, nello svolgimento di funzioni essenziali della vita. L’articolo 23 della legge 104, stabilisce che devono essere rimossi gli ostacoli per l’esercizio delle attività sportive. È compito delle regioni, dei comuni, dei consorzi e del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) rendere accessibili i propri impianti sportivi di propria competenza, eliminando le barriere architettoniche, migliorare l’accessibilità e la fruibilità delle strutture sportive e dei connessi servizi. Ogni persona deve poter accedere facilmente e usufruire delle attrezzature e degli spazi in maniera autonoma e sicura. Per questo ogni struttura deve avere uno spazio esterno accessibile alla persona con disabilità e un bagno su ogni piano. Nei pressi delle vie di uscita devono esserci spazi liberi riservati alle carrozzine.

    Nel giugno 2008 è stata approvata dal Consiglio Nazionale del CONI la delibera n.1379, che riguarda l’impiantistica sportiva e prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’accessibilità agli impianti da parte delle persone disabili. La delibera ha l’obiettivo di stabilire i livelli minimi qualitativi e quantitativi da rispettare nella realizzazione di un impianto ex novo. Queste norme si applicano, sia agli impianti in cui si pratica sport in maniera agonistica, sia agli impianti detti di esercizio, in cui si pratica sport a livello amatoriale, propedeutico e formativo.

    Infine, un’altra norma è il Decreto Legislativo 43 del 27 febbraio 2017. Tale decreto costituisce il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e gli riconosce il ruolo di ente di riferimento principale per le attività sportive che vengono praticate dalle persone disabili; promuove e favorisce la diffusione dello sport in condizioni di uguaglianza e pari opportunità, regola e gestisce le attività sportive; cerca di arginare il fenomeno della discriminazione nello sport.


    foto FISDIR, Fransesini

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    Partendo dalle più fastidiose catene di Sant’Antonio su WhatsApp, passando per gli SMS truffa sui cellulari e i passaparola nelle nostre città, fino ad arrivare ai più moderni post che avvisavano di nuove misure di censura e mancata visibilità prese da Facebook, il termine fake news è conosciuto da tutti e sempre più utilizzato.

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  • Spotify: un servizio musicale digitale sempre in crescita

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    di Cristina Zou

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