I recenti successi di Sinner alle Final Eight di Torino e della nazionale italiana con la conquista, a Bologna, della terza Coppa Davis consecutiva hanno entusiasmato tanti sportivi e avvicinato al tennis tanti italiani.
* di Mauro Dessì
Anche grazie alle dirette TV sulla RAI che hanno fatto registrare record di ascolti per questa disciplina. Grazie ai campioni italiani, sia in campo maschile che in quello femminile, il tennis è diventato un’eccellenza dello sport italiano nel mondo. Ma come sta il tennis, invece, nel nostro territorio? Ne abbiamo parlato con Alessandro Montisci, 50 anni, oristanese doc, presidente del Tennis Club 70, circolo tennistico che ha sede a Torregrande.
Il Tennis Club 70 è sempre stato un riferimento, in città e nel territorio, per questa disciplina. Come sta oggi la società?
Sì, è un punto di riferimento da ormai 55 anni. È una società che sta bene, che è sana, sia da un punto di vista economico che per i numeri dei frequentatori, perché possiamo contare su oltre 200 soci, un'ottantina di bambini iscritti alla scuola, circa 60 corsisti adulti che frequentano il nostro circolo. Abbiamo uno staff che quest’anno è stato rinforzato e rinnovato, ci sono due segretarie: insomma, è una società che si è strutturata negli anni sempre di più, quasi una piccola azienda, anche se non a scopo di lucro, essendo il TC70 un’associazione sportiva dilettantistica.
In quali campionati siete impegnati?
Come anche negli anni passati, partecipiamo al campionato invernale sia maschile che femminile con diverse squadre. Nel campo maschile siamo nella prima e nella terza serie, mentre in quello femminile siamo in seconda serie. Un campionato invernale che esiste anche per i più giovani: vi partecipa l'under14, squadra mista formata da ragazzi e da ragazze. In primavera, o comunque con la nuova stagione, partiranno poi tutti i campionati degli under10 misto, l'under12, 14 e 16 maschile e femminile a cui parteciperemo coi nostri ragazzi. Sempre con l’inizio della bella stagione parteciperemo inoltre anche alla serie D2 femminile e D3 maschile e, sicuramente, anche alla serie C maschile, campionato che ci vede ormai protagonisti da diversi anni e che è la squadra che ci rappresenta in tutta la Sardegna.
Quali individualità si stanno mettendo in evidenza?
Abbiamo due nostri allievi, nati e cresciuti nel nostro circolo che, per la prima volta da quando sono state fatte le nuove tipologie di classifica, sono passati in seconda categoria, classificati come 2.8: Edoardo Carcangiu e Riccardo Carboni. Per noi è un orgoglio: ci fa molto piacere soprattutto per i ragazzi ma anche per la scuola tennis perché vuol dire che come società, istruttori e maestri abbiamo lavorato bene.
Se allarghiamo lo sguardo al territorio della nostra Arcidiocesi come sta il tennis? Quali società e quali atleti stanno emergendo oggi?
Il tennis sta bene non solo in tutto il nostro territorio ma anche in tutta la Sardegna. Il Covid ci ha dato la spinta per potenziare questo meraviglioso sport: in quel periodo si potevano praticare solo gli sport all'aperto e privi di contatto e il tennis sicuramente è stato agevolato. I circoli hanno incrementato il loro numero di frequentatori e anche i loro guadagni. Diversi circoli del nostro territorio hanno creato anche progetti per migliorarsi: cito quelli di Ghilarza e Solarussa per fare due esempi virtuosi. È un movimento, il nostro, in continua evoluzione e che sta sempre più prendendo piede in tutta l’Isola.
Una domanda sul padel, che sta sempre più prendendo piede: sta limitando il tennis o è di supporto per la crescita del movimento?
Non lo sta assolutamente limitando, anzi è vero il contrario. Molto spesso chi gioca a padel passa poi sul campo da tennis o chi nasce sul tennis poi passa al padel. Il padel è uno sport molto è divertente, anche se saperci giocare bene è difficile. Però è sicuramente di supporto per la crescita del movimento, un ottimo complemento all'interno di un circolo di tennis. E infatti, spesso accade che nei circoli di tennis sorgano anche campi di padel, che sono sicuramente un'ottima alternativa come servizi e come attività e fanno avvicinare ancora più persone nei nostri circoli. Anche noi, come società, quest'anno abbiamo partecipato a un bando regionale per il quale sono stati finanziati 200mila euro, di cui 60mila di compartecipazione da parte nostra tramite il credito sportivo, per ristrutturare l'ultimo dei cinque campi da tennis che non era stato riqualificato e per costruire un nuovo campo di padel.
C’è, dunque, attenzione da parte delle Amministrazioni per quanto riguarda gli impianti da gioco?
I campi da gioco sono ormai evoluti. In Sardegna la maggior parte dei campi era prima in mateco. Col passare degli anni il mateco non era più possibile utilizzarlo e come circoli ci siamo dovuti adoperare per cambiare la superficie di gioco per poter continuare a organizzare i tornei. A livello generale mi pare ci sia attenzione da parte delle Amministrazioni comunali, così come ce n’è stata a Oristano. Ciò che a noi manca è un campo coperto per far sì che si possa giocare tutto l'anno anche d'inverno: a tennis non si può giocare sotto l'acqua. Esistono però campi coperti in provincia: quello di Ghilarza, per esempio.
La grande ribalta che i nostri campioni nazionali, non c'è solo Sinner, può fare da volàno per una più attenzione delle Istituzioni e può fare da attrazione per i più giovani?
Sì, assolutamente. Abbiamo tutta una serie di giocatori italiani in questo momento tra i primi 100 al mondo, due tra i primi dieci, e anche gli ultimi eventi trasmessi sulle reti nazionali in cui i nostri campioni sono stati protagonisti, hanno fatto sì che il tennis sia tra i primi sport in Italia. Non possiamo negare che ci sia tanta attenzione, tanta notorietà, e anche tanto entusiasmo nella gente: il tennis, adesso, è sulla bocca di tutti, ne parlano in tanti. Poi, da qui a dire che gli investimenti o la voglia di aiutare sia la medesima che in altri sport, questo magari non è proprio così. Però, comunque, sicuramente le attenzioni sul tennis in questo momento sono maggiori rispetto a 20 anni fa.
C'è qualcosa che vorrebbe che la gente sapesse in particolare?
Per quanto ci riguarda, a me farebbe molto piacere che la gente sapesse che il Tennis Club 70 non è un club privato solo per soci, ma è aperto a tutti. Anche chi non è socio può venire a giocare a tennis, ma soprattutto la gente che ha piacere di vedere un buon livello di tennis dal vivo può venire a vederlo tutte le domeniche per le partite di campionato. Al termine degli attuali lavori, ci sarà una festa inaugurale per tutti i nuovi campi: sarà l’occasione per far sapere che a Torregrande esiste un circolo di tennis rinnovato nei suoi impianti e che, quindi, tutti coloro che vogliono avvicinarsi al tennis, anche solo per vederlo dal vivo, potranno venire tranquillamente. Il nostro non è un club privato: è gestito da volontari che ci mettono tanta passione per portare avanti questa società da 55 anni. Abbiamo un bel bagaglio di esperienza che le varie dirigenze che si sono susseguite negli anni hanno tramandato e questo fa sì che riusciamo a essere ancora competitivi per divulgare quanto più possibile il tennis nel nostro territorio.



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