Venerdì, 08 Dicembre 2023

Una ricerca smonta il mito che l’acqua gassata faccia ingrassare o sia più dannosa della naturale. Anche se bisogna sapere che l’anidride carbonica stimola l’ormone che provoca la fame…

di Alessandro Cabiddu

Recentemente una ricerca palestinese ha affermato che l’acqua frizzante, oltre ai suoi diversi benefici, tenderebbe a far ingrassare.

Nello studio effettuato, un gruppo di studenti è stato diviso in due sottogruppi: entrambi hanno mangiato lo stesso cibo, ma ad uno è stato detto di bere acqua frizzante mentre all’altro acqua naturale; in seguito si è visto che gli studenti che hanno bevuto l’acqua frizzante avevano dei livelli più alti dell’ormone che stimola la fame, aspetto incrementato dall’anidride carbonica. Quindi l’aumento del peso non è dato direttamente dall’acqua (sia l’acqua frizzante che quella naturale non hanno calorie) ma da un aumento dell’appetito che essa scatena (basterebbe perciò un pò di autocontrollo); al contrario, l’acqua naturale riempie lo stomaco e quindi sazia maggiormente (non stimolando oltretutto l’ormone della fame). Questa interessante ricerca (il cui risultato è plausibile, ma che andrebbe approfondita, vista la presenza di studi che sostengono il contrario) può dare lo spunto per analizzare delle differenze tra i due tipi di acqua e sfatare falsi miti. Entrambe hanno la stessa capacità dissetante, ma la frizzante, stimolando maggiormente le papille gustative, tende a darci una sensazione di appagamento maggiore. L’acqua frizzante facilita, in parte, la digestione, ma questa azione non è così evidente, mentre è un dato di fatto che aumenta il contenuto di aria nella pancia (per la presenza di anidride carbonica); per questo è poco raccomandata in chi soffre di colite e disturbi gastrici (ulcera, gastrite, reflusso, acidità, ernia jatale).

Sia l’acqua naturale che quella frizzante sono definite “leggere” quando hanno un residuo fisso inferiore a 50 mg/l, povere di sodio e sali minerali (stimolano la diuresi), mentre quelle oligominerali non superano i 500 mg/l e sono adatte anch’esse ad essere bevute ogni giorno; se superano questo valore bisogna fare attenzione alla composizione, evitando di introdurre troppi sali minerali (in particolare in chi ha patologie cardiache/renali). Oltre i 1500 mg/l sono definite “curative” e andrebbero assunte con attenzione.

acqua da bere 2

In generale, posto che entrambe le forme di acqua citate hanno lo stesso valore biologico, sarebbe meglio berne circa 2 litri al giorno, prevalentemente naturale, alternandola con quella frizzante, da assumere meno frequentemente (evitando così un eccessivo gonfiore gastro-intestinale e un reflusso gastro-esofageo), ad esempio per facilitare la digestione e ridurre il senso di “pesantezza” allo stomaco; per avere un’idea del quantitativo da bere si dovrebbero assumere circa 8 bicchieri di acqua 8 volte al giorno (13 in gravidanza), di cui 3-4 nella forma frizzante. Inoltre ogni persona, in base alla sua salute e alle patologie presenti, dovrebbe assumere un tipo di acqua piuttosto che un altro (almeno nella quotidianità). Facendo alcuni esempi: chi soffre di calcolosi renale o renella dovrebbe assumere anche più di due litri di acqua al giorno con un contenuto basso di calcio; chi soffre di osteoporosi deve assumere acqua con un contenuto di calcio superiore (senza esagerare per evitare di incorrere in problemi renali); in chi è stanco o in chi fa attività fisica (in cui si perdono molti sali minerali) un tipo di acqua con un buon quantitativo di sali può giovare, anche se l’importante rimane sempre e comunque reintrodurre i liquidi persi (partendo da una base di 2 litri di acqua al dì). Nel tempo si sono affermati diversi miti sull’acqua frizzante che bisogna sfatare: essa non danneggia i reni, non aggrava la stipsi, non aumenta la disidratazione, non rovina lo smalto dentale e non aumenta il rischio di osteoporosi; avrebbe, al contrario, effetti benefici sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, sulla difficoltà nella digestione (dispepsia), sulla stipsi e sull’osteoporosi stessa. Uno studio italiano ha analizzato gli effetti dell’acqua minerale (naturale o frizzante), rispetto a quella della condotta idrica domestica, sul colesterolo: si è notato una riduzione del colesterolo totale del 7,5% e di quello LDL (il cosiddetto “cattivo”) del 12,5%. Un altro studio del 2012, dell’Università del Michigan, analizzando l’introito di liquidi in pazienti tra i 18 e i 64 anni, ha dimostrato che una buona idratazione riduce il BMI (l’indice di massa corporea) e, in prospettiva, chi è poco idratato ha un maggior rischio di diventare obeso. Bisogna ancora dimostrare l’importanza di un giusto introito di acqua giornaliero?

Photo credits: Bit Cloud, Alexis Pineaud

 

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