Sono passati esattamente 800 anni da quando San Francesco ha composto e cantato Il Cantico delle Creature. Questo anniversario è ricordato ad Assisi con celebrazioni, spettacoli teatrali, convegni, concerti.
* di Lalla Serra
È questa la speciale atmosfera che ci accoglie il 20 settembre e che respiriamo nei successivi cinque giorni del nostro pellegrinaggio. Ci accompagnano, dopo aver preparato con cura l’iniziativa, don Omar Orrù parroco di Fordongianus e don Patricio Kuncewicz parroco di Nuragus e Nurallao. Condivide il nostro cammino anche mons. Paolo Ghiani.
Un elemento distintivo e qualificante dell’iniziativa è la composizione del gruppo: camminano insieme tre parrocchie, anche abbastanza distanti tra loro sul territorio; 35 persone che, in contatto per i più diversi motivi provengono però da numerosi paesi della Sardegna: Nuragus, Nurallao, Fordongianus, Nureci, Arborea, Allai, Quartu, Isili.
Unisce il gruppo il desiderio di raccogliere l’eredità di Francesco per mettersi insieme in ascolto nei suoi luoghi e accogliere il messaggio del vangelo, sentire che il Crocifisso continua a parlarci. In questa idea del pellegrinaggio è racchiusa l’universalità della nostra Chiesa. Così abbiamo vissuto, con grande emozione, il silenzio del Santuario di San Damiano, negli spazi che hanno accolto le tribolazioni di Francesco e lo hanno aiutato a capirne il senso.
L’Eremo delle Carceri che dalla sommità del Monte Subasio domina l’intera vallata immersa nel verde, nonostante oggi sia animato dalla presenza di numerosi visitatori, l’abbiamo sentito luogo in cui stare in disparte, a ritrovare sé stessi e Dio, proprio come fece, quasi un millennio fa, Francesco.
La Basilica di San Francesco ci ha ospitato per una Messa e, se impegniamo in modo giusto i nostri sensi, come non sentire in modo forte, in tanta bellezza, la mano del creatore che ci parla attraverso i nostri artisti? Molto toccante è stata anche la visita, guidata da un padre francescano, alla Basilica inferiore che ospita la tomba di Francesco e alla Basilica superiore interamente affrescata da Cimabue e Giotto.
Le parole della nostra guida ci hanno consentito di cogliere in un unico profondo sguardo la vita e il pensiero di Francesco insieme alla bellezza dell’opera d’arte che stavamo ammirando. Infine La Porziuncola, luogo francescano per definizione, il luogo dove è stato raggiunto da sorella morte. Non abbiamo dimenticato Santa Chiara: sempre presente, sempre compagna di Francesco nella fede e nella dedizione ai bisognosi.
Sempre nel nostro cammino e nelle nostre riflessioni. Cinque giorni intensi con Francesco e Chiara che ci hanno aiutato a capire il significato dell’essere cristiani: affidarci a Dio e lasciarci guidare quando ci perdiamo; ringraziare Dio per tutte le sue creature e stupirci per la bellezza del creato. E quanta bellezza in quei luoghi! Pregare è condividere, perdonare e non aver paura di abbracciare i tanti lebbrosi che incrociamo nelle nostre strade e che spesso facciamo finta di non vedere.
E' sempre tempo per abbonarsi a L'ARBORENSE
Approfitta delle nostre promozioni.
CLICCA QUI per sapere come fare