Il 2 giugno la nostra Repubblica compie 79 anni. Tanti ne sono passati da quando con un referendum istituzionale, che si svolse tra il 2 e il 3 giugno del 1946, gli italiani furono chiamati alle urne per decidere quale forma di Stato, monarchia o repubblica, dare al Paese.
*di Mauro Dessì
Continua a risuonare in questi giorni la parola pace. Ma tutto sembra fermarsi alla parola, alle parole. Di gesti pacificatori non se ne intravedono e il mondo continua a lamentare le sue ferite da guerre, odio, divisioni e discordie, continua ad assistere ad assurdità come quelle che leggiamo sulla privazione di aiuti umanitari salvavita.
*di Mauro Dessì
Chissà quanti, tra le centinaia di migliaia di persone che si sono messe in visione dell’annuncio del nuovo Papa, tra la difficoltà di comprendere il latino e l’emozione del momento, al nome di Prevost hanno esclamato: chiiii? Fa sorridere, a pensarci a cose fatte.
* di Mauro Dessì
Ho la sensazione che la Chiesa, e il mondo intero, stiano vivendo giorni importanti che saranno riportati nei libri di storia; giorni percepiti e vissuti come tempi provvidenziali.
* di Antonino Zedda
Appena l’Arcivescovo Roberto mi affidò l’incarico di direttore del settimanale, era l’ottobre del 2020, mi venne in mente di chiedere subito la benedizione di papa Francesco. Scorgevo nel mio nuovo lavoro, che arrivava dopo 20 anni trascorsi da educatore di persone con la sindrome di Down, una particolare missione che il Signore mi stava affidando all’interno della Chiesa: quella di annunciare la buona notizia del vangelo nella verità e nella fraternità.
*di Mauro Dessì
Era buio! L’annuncio della Resurrezione del Signore risuona quest’anno nel dramma di una situazione internazionale confusa e instabile, che ferisce anche la nostra Nazione e la nostra Isola. Molti di noi percepiscono una situazione di oscurità, di buio, di desolazione. Sommersi dalle tragiche notizie di guerra, di morti inermi, di distruzione che lascia dietro di sé solo un cumulo impressionante di detriti e sangue, ci sentiamo smarriti dentro una lunga notte che non sembra terminare mai.
* +Roberto Carboni, Arcivescovo