di Tonino Zedda
La prima comunità cristiana, come testimonia il battistero esagonale, scoperto nel 1956 a Tharros, sarebbe presente nell’antico porto marittimo già alla fine del III secolo. Che le sedi episcopali fossero create nei centri più importanti anche. In buona sostanza possiamo, pur con tutta la prudenza del caso e in mancanza di ulteriori dati archeologici, affermare che la Basilica di San Giovanni di Sinis possa essere stata la prima sede del Vescovo tharrense. Certo è che, nel principiare del II millennio - secondo lo storico Fara - forse intorno al 1070, ci fu una trasmigrazione intensa del popolo tharrense verso l’interno, verso Arestano (o Aristiane, come suggerisce il can. Bonu). Secondo lo studioso Massimiliano Vidili, che recentemente ha curato una preziosissima Cronotassi documentata degli Arcivescovi Arborensi, fino al secolo XI, in Sardegna esisteva un'unica provincia ecclesiastica con a capo l’Arcivescovo di Cagliari, e i Vescovi di Forum Traiani e Tharros erano suffraganei dell’unico metropolita della Sardegna. La fede cristiana, dunque, è ben scritta nelle pietre e nella vita del popolo arborense e non da oggi. Dal 1070 a oggi, pur con qualche periodo sempre relativamente breve di vacanza della sede, la Chiesa Arborense è sempre stata governata da un Arcivescovo a volte presentato (eletto) dal clero locale con l’approvazione papale, il più delle volte nominato e inviato dal Pontefice Romano. Secondo la citata cronotassi, anche se di alcuni arcivescovi non si conosce il nome, dal 1070 a oggi la sede metropolitana arborense ha avuto ben 106 pastori diocesani. Mons. Roberto Carboni dunque sarà il 107° pastore a sedere nella cattedra di Santa Maria Assunta di Oristano. Secondo gli studiosi, can. Raimondo Bonu, p. Raimondo Turtas, Raimondo Zucca e Massimiliano Vinci, nella serie degli arcivescovi arborensi, figurano molti religiosi provenienti dai vari Ordini: camaldolesi, carmelitani, cistercensi, domenicani, francescani e benedettini.
Il primo arcivescovo francescano (Minore Conventuale) fu fra’ Aleardo (secondo Bonu, Abelardo). Per Bonu, fra’ Abelardo fu il primo religioso conventuale elevato in Sardegna alla dignità episcopale. Nominato vescovo di Ragusa in Dalmazia (l’attuale Dubrovnik) dal papa Alessandro IV, il 3 novembre 1268 fu trasferito a Oristano da papa Clemente IV. Del suo ministero episcopale, dice Vidili, oltre alla nomina pontificia sappiamo solo che partecipò al Concilio Ecumenico di Lione 1274, col dotto cardinale san Bonaventura da Bagnoregio (insieme ad altri 5 vescovi francescani) e che consacrò un altare nella chiesa parrocchiale di Villaurbana nel 1273.
Il secondo arcivescovo frate conventuale fu fra’ Alamanno da Bagnoregio, che in precedenza ebbe incarichi molto importanti: fu Legato apostolico in Sicilia, Inquisitore della provincia romana dell’Ordine, e poi in quella toscana. Uomo di fiducia del papa Bonifacio VIII che lo volle come suo Vicario per Roma. Secondo Vidili non potè risiedere in diocesi, forse a causa dei numerosi incarichi pontifici e in seguito alla morte improvvisa avvenuta nello stesso anno 1299.
Nel 1301, sempre papa Bonifacio VIII, volle per la nostra arcidiocesi ancora un frate minore, fra’ Leonardo Aragall, della provincia conventuale di Genova. Già vescovo di Tricarico, in Basilicata, morì dopo soli 5 anni, nel 1306: probabilmente non venne mai a Oristano.
Il quarto arcivescovo francescano fu fra’ Ugo, di origine inglese, fu nominato nel 1307. Dal 1282 fu vescovo di Byblos in Siria, dopo essere scampato alla sanguinosa occupazione della cittadina crociata da parte dei saraceni, si rifugiò in Inghilterra e subito fu nominato suffraganeo dell’Arcivescovo di Durham, quindi Arcivescovo arborense. In seguito papa Clemente V lo trasferì alla diocesi di Pola, consentendo così al vescovo di Pola, il domenicano fra’ Oddone Sala da Pisa, di diventare Arcivescovo di Oristano.
Mons. Roberto Carboni è quindi il quinto Arcivescovo metropolita di Oristano a provenire dall’Ordine dei Frati Minori conventuali.