a cura di Fabio Murgia
Le feste civili e religiose hanno evidenziato la coesione della comunità, minacciata dallo spopolamento, e il dinamismo dei giovani. L’Arborense ha fatto qualche domanda al giovane sindaco Gionata Petza, alla presidentessa del comitato Santa Vida 2018 Sabrina Musu, al parroco padre Manolo Venturino.
Signor sindaco, la presenza e l'impegno dei giovani asunesi si notano subito. È una situazione anomala rispetto a un contesto generale in cui i giovani non sono sempre parte attiva della società?
Penso che la riposta stia proprio nella domanda. I giovani di Asuni con la loro presenza e impegno incontrano e trovano il favore della comunità. Le iniziative che portano avanti sono tutte lodevoli, e nella bontà di tali proposte non si può che esser supportati. I nostri giovani hanno saputo e avuto il coraggio di portare avanti le varie iniziative e far loro (senza dare valore possessivo alla parola) quello che spetta loro di diritto in questa fase della vita: supportare la comunità con il loro impegno attivo e darle vita.
L’unione ad Asuni è notevole. Questo aspetto cosa vi sta permettendo di fare a livello civico?
Si, è vero, che l’Unione delle componenti del paese è notevole; se analizziamo Asuni dall’esterno, si nota subito il fortissimo senso di comunità attraverso il quale non solo i giovani, ma tutte le fasce d’ età, si supportano nelle loro iniziative. Tale senso di comunità è l’ingrediente che porta come conseguenza l’unione del paese. A livello civico, e per la nostra dimensione demografica, quello che si riesce a fare grazie all’impegno dei giovani è avere un paese attivo e ricco di iniziative che sono occasioni di aggregazione, festa, impegno e fratellanza, se vogliamo di grande vitalità per un piccolo centro come il nostro.
Presidentessa Musu, la generosità del vostro comitato è un notevole segno di concreto altruismo. Impegnarsi per gli altri è ancora qualcosa che vale la pena di essere sperimentato?
Siamo un gruppo di amici che ama il luogo in cui vive. Lo spopolamento che avvolge anche il nostro piccolo comune mette a rischio il perpetuarsi delle tradizioni, e della cultura locale. Abbiamo sentito quasi il dovere di metterci al servizio della comunità, poiché nel 2017 nessuno aveva accettato la proposta di fare il classico comitato per organizzare la festa patronale. Ne vale la pena? Di sicuro è un impegno non indifferente, ma le soddisfazioni sono tantissime, al punto che noi organizzatori avremmo accettato con piacere un nuovo incarico per il 2019!
Padre Manolo, i giovani fino ai 30 anni sono presenti nella comunità parrocchiale. È un segno di speranza che può aiutare la fede del popolo di Dio asunese?
La presenza dei giovani asunesi dai 25 ai 35 anni diminuisce a causa della mancanza di lavoro, poiché sono costretti a cercare sistemazione altrove. Un buon numero parte, soprattutto in Germania o Inghilterra, per lavori fissi o stagionali. Chi rimane, ma anche chi è presente in alcuni periodi, rappresenta una speranza per il futuro della comunità, anche nella vita di fede. Il riavvicinamento dei giovani, che ad Asuni hanno una buona predisposizione, richiede pazienza e costanza della pastorale, fatta di semplicità nella quotidianità.