di Fabio Murgia
Queste parole di Francesco Calledda, del 2017, ispirano senz’altro simpatia, stima e ammirazione per lo spirito di sacrificio e la forza d’animo. Zigheddu, così è conosciuto l’ottantunenne di Aritzo, continua a vivere il suo stile esistenziale che è l’essere in cammino, sempre. Per lui l’esperienza del camminare è norma di vita, avendo occhi e cuore aperti per accogliere i paesaggi che gli si presentano. Il ritrovarsi, la compagnia, lo stare insieme a un gruppo affiatato di persone rappresenta per lui qualcosa di esaltante e motivante nei suoi tragitti.
Un camminare che non conosce limiti territoriali, declinato sia in occasioni laiche che di fede.
A novembre 2001, Zigheddu partecipò alla Maratona di New York, quasi due mesi dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre. Realizzava così un suo grande sogno, un’esperienza indelebile per ciò che gli trasmise il clima particolare di quei mesi negli Stati Uniti.
Durante il Giubileo Straordinario della Misericordia, nel 2016, raggiunse le ventotto Porte Sante aperte nelle dieci diocesi sarde. La fede non è distante da questo ottantenne: recita il rosario nei suoi pellegrinaggi, offrendo questi cammini di preghiera come sacrifici per i sofferenti o per chi è in qualche difficoltà.
Francesco Calledda lascia ai non credenti il messaggio e ai credenti la testimonianza che, qualsiasi meta si voglia traguardare tra persone unite da medesimi ideali, occorrono sei elementi fondamentali: l’incontro, la conoscenza, la comprensione, la “laica” compartecipazione agli sforzi e problematiche altrui o la compassione dei credenti, la comunità, l’unità.