Il sistema linfatico è un sistema circolatorio fondamentale per l'interazione tra i microrganismi e il nostro sistema immunitario, processo che avviene in particolari stazioni di raccolta, i linfonodi. È quindi una sede importante di difesa del nostro corpo contro le aggressioni esterne. Una delle anomalie più comuni dei linfonodi è il loro rigonfiamento (le cosiddette ghiandole gonfie), chiamato anche linfoadenopatia.
Risponde il medico, dottor. Alessandro Cabiddu
In quale sede si può riscontrare questo fenomeno?
In tutto il nostro corpo, ma le zone più frequenti sono la sede sottomandibolare, inguinale e ascellare. Questo perché sono anche le zone più facilmente palpabili.
Si può manifestare in più punti contemporaneamente?
Nella maggior parte dei casi si manifesta in una singola sede, quando invece sono interessate più zone si parla di linfoadenopatia generalizzata. L'infezione streptococcica, la varicella, malattie autoimmuni, alcuni farmaci, leucemie e linfomi possono causare questa condizione.
Qual è la causa del rigonfiamento?
Le condizioni possono essere diverse: un'infezione (virus, batteri, funghi); un processo infiammatorio causato da malattie autoimmuni o che coinvolgono comunque il sistema immunitario (artrite reumatoide,lupus, ecc.); malattie da accumulo di sostanze (malattia di Gaucher, amiloidosi), nell'ipertiroidismo. In caso di infiammazione o infezione si parla di linfonodi reattivi, benigni. Anche nel caso di un tumore i linfonodi si possono ingrossare in quanto possono essere sedi di tumori primitivi (per esempio leucemie, linfomi) ma anche perché essi raccolgono le cellule tumorali nell'organismo in presenza di metastasi, dove proliferano (per esempio nei melanoma e nei tumori di mammella, stomaco, intestino, prostata, polmone). Ci sono poi le cause sconosciute, perlopiù rare.
Si possono distinguere i linfonodi tumorali da quelli infiammati?
Sì, in generale quelli tumorali non sono dolenti e, se toccati, tendono a essere poco mobili. Quelli infiammati, al contrario, sono mobili, più sensibili e dolenti, soprattutto se palpati.
Quando ci si deve preoccupare?
Se un linfonodo permane gonfio per più di 15 giorni anche dopo terapia o si modifica nel tempo, si dovrebbero effettuare esami del sangue e un'ecografia per capirne l'origine, soprattutto se si hanno più di 30 anni. Infatti, mentre al di sotto di quest'età le cause benigne di linfoadenomegalia rappresentano l'80% dei casi, dopo i 30 anni scendono al 40%.
Come si può effettuare la diagnosi?
La visita medica è importante per avere un indirizzo. Infatti la presenza di altri sintomi potrebbe aiutarci. Per esempio la febbre, il mal di gola, il mal di denti o d’orecchi può far pensare a un'infezione. Se questa si associa a dimagrimento e sudorazione notturna si deve pensare a una causa tumorale. Oltre alla visita medica possono essere utili gli esami del sangue e può essere necessaria un'ecografia. Questa mostra, in caso di malattia tumorale, un'alterazione nella struttura del linfonodo mantenuta intatta, invece, in caso di infiammazione o infezione. In caso di linfonodi posti in una sede profonda, come nel caso dell'addome o del torace, si dovrebbero effettuare altre indagini strumentali come la TC, la risonanza magnetica o la PET. Per avere una diagnosi di certezza, tuttavia, si effettua, solitamente, una biopsia o un'asportazione totale del linfonodo per analizzarne al microscopio il tessuto. Gli specialisti di riferimento sono l'ematologo e l'infettivologo.
Si sono notati rigonfiamenti linfonodali anche in seguito alla vaccinazione contro il Covid-19, per quale motivo?
Questa condizione, seppur non si manifesti spesso, è un processo normale, considerato un evento avverso di lieve grado dopo il vaccino. Dopo l'iniezione vi è un'attivazione del sistema immunitario che avviene sia a livello generale sia vicino al sito di iniezione, in quanto i linfonodi locali drenano la zona interessata potendo determinare un loro rigonfiamento nella sede ascellare qualche giorno dopo la vaccinazione. Consideriamo che la linfoadenopatia ascellare si può presentare anche dopo una depilazione, l'uso di deodoranti aggressivi o in seguito a traumi del braccio.
È necessario assumere farmaci?
Nel caso del vaccino la linfoadenomegalia di solito si risolve nel giro di due o tre settimane e molte persone non si accorgono di avere un rigonfiamento perché di piccola entità. In caso di dolore intenso si possono usare antinfiammatori oppure impacchi caldi. Se la causa è un processo infettivo si necessita di antibiotico mentre in presenza di infiammazione si possono usare antinfiammatori o cortisonici. Le altre terapie dipendono dalla causa scatenante perché per risolvere la linfoadenomegalia si deve curare la malattia sottostante.